I TORNANTI DEL TEMERARIO

Bike Stories 8° Puntata, Daniele Bortoli

Quando, a 35 anni, Daniele ha incontrato il Parkinson non era pronto. Come tutti credeva che fosse una malattia che colpisce solo le persone anziane, alla sua età guardava le sue mani e pensava che quelle mani tremanti non potevano essere le sue.

Come mi scrisse nella richiesta di adesione alla bike Ride, in quel periodo Daniele, con la moglie Michela, i figli Miriana e Giovanni di 15 e 14 anni, aveva appena iniziato a costruire la nuova casa. Acceso un mutuo di quelli importanti, si accingeva a vivere, con la forza e l’entusiasmo di quell’età e di quelle scelte, la sua giovane vita sull’altipiano di Asiago, circondato dalla natura in cui si immergeva con la sua MTB.

Dopo un primo momento difficile in cui è sceso giù, in fondo, nel dolore, e nella negazione della realtà, ha guardato negli occhi i suoi tesori più preziosi: erano tutti li davanti a lui. A ogni sguardo sentiva il suo cuore battere forte, e a ogni battito sentiva crescere la forza della vita e la voglia di combattere, per se stesso e per loro.

Ma quella forza non era abbastanza.

Lui, che ha nel suo sorriso dolce il suo marchio di fabbrica, aveva bisogno di una nuova fiamma che portasse ancora più calore sul loro cammino.

Quella fiamma si chiama Elena, compirà un anno a febbraio del 2021.

Questo è il profilo che trovate nel sito della “Bike riding for Parkinson’s Italy 2020

Daniele Bortoli, 38 anni 

Parkinsonauta da 3 anni

Sono Daniele Bortoli 38 anni, vivo in provincia di Vicenza.

Sono il baby del gruppo e fin da piccolo la bici è stata per me un’amica inseparabile. In questi ultimi tre anni ho capito ancora di più l’importanza di fare sport e i benefici che corpo e mente ne traggono.

Ho deciso di partecipare alla Bike Riding For Parkinson’s per avere il privilegio di conoscere e far conoscere queste persone speciali con cui condividerò questa avventura.

Let’s GO Heroes!

Dopo la Bike riding for Parkinson Italy 2020, Daniele è:

Il Temerario

Il suo soprannome durante il viaggio è stato Davide. Perché io dal primo giorno, durante le riunioni zoom, alla festa della bike e nei primi giorni dopo la partenza da Pavia, sbagliando lo chiamavo così. Niente, Daniele non mi entrava in testa.

Poi per un po’ è stato Ercolino sempre in piedi, come quel pupazzo gonfiabile che comunque tu lo spinga ritorna sempre su. Questo perché era indistruttibile: non sembrava mai affaticato, stava sempre nelle prime posizioni davanti al gruppo, spesso si alzava sui pedali per spingere la sua bicicletta muscolare e non l’ho mai sentito lamentarsi per niente.

Poi, dopo il ritorno dal viaggio, Daniele mi ha raccontato che l’ultimo giorno prima di partire per l’ultima tappa in direzione di Roma, in una tasca del suo zainetto aveva trovato un bigliettino anonimo, dove c’era scritto: Sii sempre temerario.

Dopo un mese circa anche per rispondere da vero Temerario a questo messaggio ha deciso di lanciarsi col paracadute da 4000 metri. Ecco la sua testimonianza di ritorno dal viaggio.

GOD BLESS YOU
Che Dio vi benedica
Come mio solito mi metto a fare le cose all’ultimo minuto, adesso sono qui che rileggo tutte le vostre testimonianze e mi rendo conto che veramente stavolta abbiamo toccato il cielo con un dito. 
Leggo i vostri pensieri favolosi e profondi e ho la conferma di quale privilegio ho avuto a conoscervi tutti, amici miei, dal primo all’ultimo, parkinsonauti e non.
Da quando ho contattato Stefano la prima volta son passati poco più di tre mesi, tra timori, speranze, preparativi, allenamenti, riunioni Zoom, e per me questa è stata una delle più belle estati della mia vita.
Che si è conclusa in modo fenomenale nel segno di un amicizia che oggi vorrei chiamare fratellanza, perché in questo viaggio è nata una nuova famiglia. 
Sicuramente il Parkinson ci ha colpito alle spalle togliendoci molto della nostra “vita normale”. Ma è anche una molla potente per spingerci ad affrontare le sfide di ogni giorno, sfide che magari non avremmo neppure immaginato né tantomeno vissuto, come questa eroica avventura da Pavia a Roma.
I giorni sono volati, ma per me, cari amici miei, la giornata più difficile è stata l’ultima.
Già dal mattino, durante la colazione, osservavo i vostri volti fieri, determinati, gioiosi e invece in me sentivo già un po’ di malinconia.
Ancora poche ore e ci saremmo salutati, prendendo ognuno la strada di casa, per tornare fra le braccia del mondo reale, non sotto i riflettori e le attenzioni delle belle persone che abbiamo incontrato, ma fra le piccole bugie e le paure di tutti i giorni che spesso accompagnano chi ha una malattia come la nostra. 
Più andavamo verso Piazza San Pietro, più avrei voluto girare la bici in direzione Pavia. Avrei rifatto volentieri i famosi ultimi 2-3 tornanti in salita e… viaaa felice in discesa, con il vento in faccia e tutta la strada ancora da compiere!!! 
Ma purtroppo o per fortuna non è così che va, la parola d’ordine è: SI VA AVANTI!!! 
Una bellissima canzone di Battisti dice:
“Come può uno scoglio, arginare il mare, anche se non voglio torno già a volare”. Il Parkinson è uno scoglio in mezzo a un mare d’amore di cui fanno parte le nostre famiglie, le passioni, la fede e di cui ora fate parte anche voi. fratelli Parkinsonauti, compagni fedeli con cui ho amato ogni giorno di questa avventura, insieme a tutti quelli che ci vogliono bene. 
Tutto questo è talmente grande che uno scoglio non può assolutamente arginarlo. 
GRAZIEE a tutti voi, perché mi avete dato la possibilità di essere migliore, spronandomi a vincere le paure e a dare il meglio di me stesso ogni giorno. 
GOD BLESS YOU!!!

Di seguito trovate tutta l’intervista di “Prendo la levo e arrivo” alle 21 dopo cena, di giovedì 26 novembre, a Daniele Bortoli condotta da Stefano Ghidotti e Samantha Vizentin.

Arrivederci alla 9° puntata delle “Bike Stories” la prossima settimana.

Dal mese di Novembre le interviste di “Prendo la levo e arrivo” non sono più a colazione ma ogni giovedì alle 21, dopo cena.

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