IL MIO OBIETTIVO

La mia sfida è questa: affrontare il Parkinson attraverso il triathlon e le specialità sportive che lo compongono. Dare al mio corpo un addestramento più rigoroso in modo che compensi il deficit motorio. E tenere traccia di tutto questo nei prossimi anni, per vedere cosa succede. Per questo collaboro con  il dott. Alberto Duilio Schivardi, laureato in Scienze Motorie per la preparazione atletica e il dott. Enrico Alfonsi, Neurologo presso la Fondazione Istituto Neurologico Casimiro Mondino di Pavia.

Ogni anno si parte da test atletici che stabiliscono eventuali cambiamenti dello stato di forma,  per stendere programmi di allenamento specifici, e da esami clinici che determinino la mia situazione fisiologica e motoria obiettiva. E siccome mi pongo come obiettivo la partecipazione a triathlon sprint, olimpici, ed anche un triathlon medio, tutto ciò che farò sarà registrato, pubblicato e messo a disposizione dell’istituto Mondino per un eventuale studio longitudinale, cioè nel tempo.

Obiettivo è generare, attraverso i racconti delle mie attività sportive, a quelle di altri parkinsonauti e delle nostre partecipazioni con il gazebo dell’Associazione a manifestazioni varie, un movimento che coinvolga tanti amici che con noi e come noi, possono ritrovare la motivazione per uscire tutti i giorni a fare sport e attività motoria. Perché muoversi fa bene a tutti, ma è necessario per chi, come noi, è colpito da una malattia neurodegenerativa per la quale al momento, ancora, non esiste una cura.

Noi siamo convinti che molto presto le cose cambieranno.

LA NOSTRA VISION È: AVREMO LA CURA!

LA MISSION È: ACCOMPAGNARE A QUEL MOMENTO, PIÙ AMICI POSSIBILE,  MANTENENDOCI IN FORMA  ATTRAVERSO IL MOVIMENTO E LO SPORT.

Io e Mr. P. è il cortometraggio, vincitore del concorso internazionale Palashort, realizzato da Nexodigital per raccontare la mia storia.

Abbiamo appena cominciato e non mancheranno i cambiamenti e a volte anche gli errori, ma il percorso sarà lungo ed entusiasmante anche insieme a voi.

Mi date forza. Grazie di essere qui.

Non so a cosa realmente porterà questo percorso impegnativo e appassionante. Ma ho imparato che si sa dove si inizia ma non si sa mai dove si finisce. Importante è non stare fermi. Intanto questa cosa mi ha dato forza e decisione, e anche modo di parlare con voi tutti senza nascondermi e sentirmi una vittima. Trasformare un problema in un’opportunità, ho letto in un articolo. E’ quello che spero di fare.E mi piace condividerlo con voi.