IO vs PARKINSON 7°Round.

Dopo 7 anni, la tua strategia per resistere all’attacco del Parkinson funziona ancora?

Tutto lo sport che continui a svolgere, ti fa bene o ti sfianca?

Migliora o peggiora la tua qualità di vita e il tuo benessere psicofisico?

Queste domande mi vengono poste spesso, da pazienti, caregiver e amici, per avere conferma delle scelte fatte, per curiosità, ed, a volte, credo anche alla ricerca della scusa buona per stare sul divano.

Io rispondo di si, ed oggi, che sono entrato nel 7° anno di malattia, posso affermarlo con certezza per la mia esperienza, ma anche perchè con sempre più specificità, anche la scienza lo dice.

L’attività fisica, quotidiana, intensa o vigorosa

meglio se specificamente programmata ad hoc da un professionista, rallenta l’avanzare della malattia, riducendone i sintomi e gli effetti ad essi correlati.

Ed oggi vi voglio raccontare cosa mi è successo in un paio di occasioni negli ultimi giorni.

Voi tutti sapete che sono un Triathleta e nello svolgimento del programma di lavoro di oggi, preparato per me da Alberto Schivardi, che mi segue con grande professionalità e amicizia dal 2014, era previsto un duathlon multicombinato.

Dopo il riscaldamento di 3 km di corsa e di 10 min. di bicicletta, dovevo portare a termine per 3 volte un duathlon: di 1 km. Run – 4 km. Bike – 500 m. Run, con 5 minuti di recupero tra uno e l’atro.

Indice di Performance

Nella fase di riscaldamento, il mio Garmin mi dava la carica indicando un indice di performance di +4, un risultato che avevo visto poche volte, forse mai.

Cosa ci comunica questo indice di performance, che Garmin chiama “Performance Condition” che viene spiegato sul loro sito in questo modo:

È una valutazione in tempo reale delle nostre prestazioni.

Durante i primi 6-20 minuti di un allenamento, di corsa o in bici, questa metrica analizza il passo, la frequenza cardiaca e la variabilità della frequenza cardiaca.

Il numero risultante è una valutazione in tempo reale della deviazione dal valore di VO2 max di riferimento. Più alto è il numero, più alto sarà il livello della prestazione.

Comprendere il presente… per migliorare il futuro.

È importante ricordare che il valore del VO2max rappresenta la massima capacità di sforzo.

Il mio VO2max del periodo

Quando la capacità totale aumenta, le attività quotidiane di routine come salire le scale, pulire la casa o prendersi cura degli affari richiedono una percentuale inferiore del potenziale individuale.

In altre parole, la vita sembra più semplice ed è più facile, la percezione di fatica diminuisce 

Quindi, se l’obiettivo è un nuovo primato personale nella maratona, ma anche semplicemente avere più energia per completare le attività quotidiane, ed è su questo aspetto che vorrei attirare la vostra attenzione, conoscere il tuo livello di forma fisica in termini di VO2max può offrire una visione straordinaria.

VO2 max è il parametro di misurazione della capacità cardiorespiratoria e della prestazione aerobica rispetto alla forma fisica corrente e delle sue variazioni nel tempo.

Perchè è importante conoscere il VO2max?

I punteggi VO2max più elevati sono fortemente correlati alla salute, alla longevità, alla qualità della vita e alle prestazioni

Conoscere il livello di forma fisica in termini di VO2max ci può aiutare a prendere decisioni informate su stile di vitafitness e prestazioni sportive

Inoltre, il VO2max rappresenta la misurazione di maggior valore, ad esempio, per la personalizzazione dei piani di allenamento e per ottimizzare il calcolo delle calorie bruciate. 

I vantaggi chiave possono quindi essere riassunti in:

  • Conoscere il tuo vero livello di forma fisica
  • Identificare i giusti obiettivi di fitness e prestazionali
  • Monitorare i progressi e stimolare la motivazione
  • Personalizzare metriche, misurazioni fisiologiche e piani di allenamento

Forza e motivazione

Secondo voi, dopo aver letto questo valore, come mi sono sentito?

Pensate che mi sarei dovuto sentire pronto a stabilire dei nuovi record personali?

In effetti qualcosa in questo senso si è acceso nella mia mente, mi sono subito sentito più forte e più motivato.

La realtà dei fatti

Ma, anche se il risultato era una sensazione che mi stava aiutando a continuare a spingere, in realtà le mie gambe, come tutte le altre volte, non giravano svelte e leggere in un mulinare produttivo e potente, ma al contrario erano, come al solito e con sempre più regolarità, piuttosto legnose e pesanti.

Sviluppare un movimento che possa essere chiamato corsa, richiede tutta la mia concentrazione e la sensazione è sempre quella di non essere fluido e di avanzare con grande difficoltà.

Lo stato d’animo che devo contribuire a “CREARE” ogni volta che esco a correre o in bicicletta, richiede impegno, determinazione e costanza, ed è necessario per generare la sensazione di una condizione muscolare più sciolta ed elastica possibile.

I pensieri diventano realtà

Se non accedo a queste risorse, di cui tutti disponiamo, ma che spesso non riconosciamo, non riesco ad esprimere il meglio delle mie capacità.

A volte riesco con buoni risultati e anche il cronometro mi restituisce dei risultati soddisfacenti, quasi da preParkinson, come negli ultimi allenamenti, ma altre volte le cose non vanno, e come vi ho già detto, spesso i risultati dipendono dallo stato emotivo in cui mi trovo.

In poche parole, la natura dei miei pensieri genera i miei risultati, positività ed entusiasmo = meno fatica e migliori sensazioni, disagio e preoccupazione = più fatica e voglia di fermarmi.

Certo è che quando mi alleno in gruppo o con qualcuno, come nei giorni scorsi con il mio amico Marco Lorenzi, spronandoci a vicenda, mettendo in gioco anche un pizzico di sano agonismo, la prestazione migliora immediatamente.

La risposta è si!

In conclusione la cosa che ritengo importante sottolineare è che, prestazione buona o cattiva possono alternarsi nel tempo, anche in relazione alle variabili che ho fin qui elencato.

Ma con certezza posso dirvi che; ogni volta che leggo che la mia “Performance Condition” è buona, ho la conferma che l’attività sportiva che svolgo quotidianamente, sta creando le condizioni migliori per far si che, il mio sistema cardiocircolatorio, l’apparato respiratorio, il sistema muscolo scheletrico, il sistema gastrointestinale, il sistema immunitario, la neuroplasticità del cervello e possibilmente anche alcuni aspetti cognitivi correlati, ancora a 61 anni e con 6 anni di Parkinson sulla e spalle, siano continuamente stimolati, allenati e messi nella miglior condizione per permettermi di continuare a rispondere con forza all’attacco del Parkinson.

Ed anche a rispondere si alla domanda iniziale; La tua strategia per resistere all’attacco del Parkinson funziona ancora?

Campionato Italiano Paratriathlon 2023

Nel prossimo weekend saremo, io e l’amico Roberto Ripani a Loano, dove si svolgerà il Campionato Italiano di Paratriathlon, a rappresentare, gareggiando con i colori del PARKINSONAUTI TEAM, tutti i Parkinsonauti che, con impegno, costanza e determinazione, combattono ogni giorno, attraverso la pratica dell’attività fisica, la loro personale battaglia contro la malattia di Parkinson.

NON CI FERMERAI!