CHI HA PAURA DEL VACCINO?

In questi giorni è iniziata la campagna vaccinale in Italia. Pubblico la prima parte di un articolo di mio fratello Angelo, che si occupa di comunicazione nel campo della salute, nella speranza di dare un contributo di serietà scientifica e di responsabilità sociale. 

Io non mi vaccino!
I vaccini sono pericolosi, contengono metalli pesanti, feti morti, provocano l’autismo, l’impotenza, la sterilità, ci trasformano in OGM, che sotto sotto c’è lo zampino di Bill Gates, nel vaccino c’è un microchip invisibile, che i poteri forti ci inoculano per sottometterci definitivamente.

Queste sono solo alcune delle cose che si sono sentite in queste settimane.

E’ iniziata la campagna vaccinale in Italia, e io credo che sia l’unico modo per cambiare una situazione che diventa sempre più difficile da affrontare. 

Io credo che i vaccini siano una delle maggiori scoperte dell’umanità. I vaccini hanno evitato milioni di morti e di sofferenze, hanno elevato l’attesa di vita, cambiato il modo di concepire la salute. Prevenire è meglio che curare. E i vaccini sono la più efficace delle prevenzioni.

Certo non sono perfetti, come nulla in medicina. Ma i criteri di verifica scientifica a cui vengono sottoposti, come i protocolli di doppio cieco e la peer review – cioè a verifica incrociata della comunità scientifica – sono tra le massime espressioni dell’intelligenza e creatività umane. Sono, secondo me, non inferiori alle opere d’arte di Bach, Michelangelo e Leonardo.

Ma vediamo alcune delle obiezioni che si sono sentite spesso. 

I vaccini provocano l’autismo

Quante volte ho sentito questa affermazione? Devo dire che è tra le più inquietanti: prima di far vaccinare un bambino ci penserei anch’io dieci volte, se ci fosse questo rischio reale.

Ma cosa c’è di vero?

Questa cosa è nata negli anni novanta: un medico inglese, Andrew Wakefield, riuscì nel 1998 a farsi pubblicare da una autorevole rivista scientifica, The Lancet, uno studio che metteva in relazione il vaccino trivalente MPR (Morbillo Parotite Rosolia) con la enterocolite autistica (lui era un gastroenterologo), una patologia con sintomi gastrointestinali e disturbi cognitivi riconducibili allo spettro autistico. Lo studio descriveva 12 bambini che lamentavano disturbi gastrointestinali e avevano manifestato l’autismo dopo la vaccinazione con MPR.

L’articolo suscitò una grande eco nel mondo scientifico, tanto che diversi studi vennero avviati per verificarlo, in Europa e anche negli USA. Per oltre dieci anni si cercò una correlazione tra vaccino e sintomi autistici, ma nessuno studio la trovò, considerando non solo il vaccino MPR ma diversi altri.

L’Institute Of Medicine of the National Academies, inglese, il Centers for Disease Control and prevention di Atlanta e l’American Academy of Pediatrics – tra i più prestigiosi centri di ricerca del mondo – conclusero che non c’era alcuna evidenza di conferma. La Organizzazione Mondiale della Sanità ha commissionato poi una revisione della letteratura sull’argomento concludendo per una mancanza di associazione tra rischio di autismo e vaccino MPR.

Non solo: una inchiesta scoprì che lo studio di Wakefield conteneva molte scorrettezze, e che non aveva dichiarato che stava allo stesso tempo intentando una causa contro il vaccino MPR per ottenere dei risarcimenti.

Per questo e per altri motivi lo studio venne ritirato da The Lancet su richiesta degli altri autori che riconobbero la falsità, e Wakefield fu radiato dall’ordine dei medici inglese, anche per aver usato procedure mediche invasive sugli stessi bambini per provare la sua tesi. Nel 2010 il General Medical Council inglese lo ha riconosciuto colpevole di una trentina di capi d’accusa, tra cui disonestà e abuso di bambini con problemi di sviluppo.

Nessuno degli oltre 25 studi condotti negli ultimi 15 anni ha confermato l’esistenza di una relazione causale tra vaccino MPR e autismo. L’ampia dimensione delle popolazioni studiate ha permesso di raggiungere un livello di potere statistico sufficiente a rilevare anche rare associazioni.

Purtroppo però nel frattempo lo studio è stato citato quasi mille volte, spesso senza citare anche la sua falsità, e molti genitori hanno rifiutato la vaccinazione. Così in Inghilterra e in Europa si sono verificati migliaia di nuovi casi di morbillo, parotite e rosolia, accompagnati da patologie serie che potevano essere evitate con il vaccino.

Il vaccino ci trasforma in OGM

Questa è una frase che ho sentito spesso in queste settimane. E non al bar (che era chiuso, tra l’altro), ma sui social, sui giornali e anche in tv. Una deputata, Sara Cunial, e anche una virologa, Rita Gismondo, l’hanno rilanciata. Motivo? Siccome agisce sul DNA diventiamo organismi geneticamente modificati.

Cosa c’è di vero?

OGM – Intanto, c’è da dire che è un uso sensazionalistico della parola OGM, e basta quello a scatenare il panico. OGM non vuol dire per forza mostruosità biologiche. Finora, per selezionare una specie differente, si ricorreva all’ibridazione, che a volte però richiedeva anni di incroci per ottenere il risultato desiderato. Da alcuni anni esistono tecniche, in agricoltura, di modificazione genetica che risolvono enormi problemi. Consentono di coltivare piante in zone poverissime, o di evitare l’uso di pesticidi. E non ci sono attualmente evidenze di danni agli esseri umani da mais o altre coltivazioni OGM.

EDITING GENETICO – Diverso è il discorso della manipolazione genetica negli umani, definita Editing genetico. Alcuni scienziati, per esempio, intervenendo in embrione, sono riusciti a evitare la nascita di bambini con sindromi altamente invalidanti, come la talassemia, l’emofilia, un tipo di leucemia, la corea di Huntington, ma anche rendere immuni all’HIV. Certo c’è un intenso dibattito bioetico, ma è una frontiera aperta, che sarà inevitabile percorrere.

VACCINO ANTICOVID – Ma passiamo al punto: il vaccino anticovid agisce sul DNA? E ci fa diventare OGM? La riposta è no, a entrambi i punti. Il vaccino Pfizer/Biontech agisce sul mRNA, cioè RNA Messaggero. E’ una molecola che è in grado di trasferire le informazione genetiche del DNA – che si trova nella fortezza iperprotetta del nucleo cellulare – al citoplasma, che è una parte periferica della cellula. Dove vengono costruite le proteine.

RNA – Il coronavirus SARS-CoV-2 è un singolo filamento di RNA in un involucro proteico. Quando infetta una cellula, la molecola di RNA viene liberata dall’involucro, e utilizza la macchina cellulare per fare copie di se stessa. Il vaccino contiene segmenti di mRNA che istruiscono la cellula a fabbricare una parte del virus, la proteina spike, che non riesce a provocare l’infezione ma stimola la produzione di anticorpi.

LA RISPOSTA – Quindi non si usa il virus depotenziato, ma si istruisce il corpo a produrre le proteine bersaglio. E’ un approccio nuovo e promettente anche per molte altre patologie.

In quanto al fatto che ci faccia diventare OGM, la risposta è no, perché la molecola di RNA, oltre al fatto che non modifica il DNA, una volta fatto il suo lavoro, si autodistrugge.

La rivoluzione RNA

Il vaccino a RNA sta scatenando i no-vax. Io lo trovo una conquista sensazionale della scienza, con una lunga storia che comincia negli anni 80 per merito di una scienziata ungherese, Katalin Karico. Sottovalutata, sola ma tenace, KK ha continuato a credere nella sua idea, che ha portato a una rivoluzione nella terapia vaccinale. ‘Sono così felice che ho paura di morire’ ha detto in un’intervista. Ecco la sua storia.

Ci vediamo al prossimo approfondimento.