MIO FRATELLO PARKINSONAUTA

Inizia con lui, Angelo, mio fratello, che tutti conosciamo come Gil. Senza il suo.”Dai fallo ti aiuto io” questo blog non sarebbe mai partito e la mia storia avrebbe preso chissà quali direzioni. 

Invece, anche grazie a lui, sono qui a scrivere all’alba del giorno di vigilia di una grande avventura,  la “Bike for Parkinson’s Italy 2020”, il primo vero viaggio organizzato dall’Associazione PARKINSON &SPORT nata dal blog, con e per le persone con la malattia di Parkinson, che ora amiamo chiamare Parkinsonauti.

Il suo è stato il seme, da quel seme è nato tutto e i fiori più belli di quel seme sono i gesti di generosità delle persone, che da quel giorno non hanno mai smesso di aiutarmi. Amici e aziende mi hanno permesso di fare tutto quello che abbiamo realizzato in questi due anni, fino al viaggio che prenderà il via domani mattina, dopo che questa sera con la cena di saluto alla città di Pavia, avremo salutato famiglie ed amici.

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A lui, che controlla, corregge, aggiunge  titoli e finali di tutti gli articoli che leggete, ho chiesto di scrivere un pezzo per questa vigilia.


 

La vita è un viaggio, l’hanno detto talmente tanti che non so chi mettere come autore. Ogni tanto in viaggio ti capitano delle cose, tipo che a mio fratello Stefano tre anni e mezzo fa hanno diagnosticato il Parkinson. 

Io non so cosa avrei fatto. Anzi sì. Mi sarei incazzato con l’universo e lamentato per mesi con chiunque. Lui dopo qualche settimana ha reagito, e ha fatto diventare un problema un progetto. 

Questo gli ha dato una forza e una determinazione che non aveva forse nemmeno prima. Ha davvero pensato e realizzato una quantità di cose che nessuno qui riesce più a stargli dietro. Se seguite  il blog, lo sapete. 

Adesso ha il fuoco addosso per la Ride for Parkinson, che è questa avventura ciclistica bellissima, da Pavia, dove c’è un centro medico specializzato, a Roma, che è una destinazione simbolica. E’ la capitale, è in mezzo all’Italia, c’è il papa, la Raggi, anche, che fa molto bicicletta. Questa era una battuta.  

E’ stato anche un modo per affrontare questo periodo di lockdown, che ci ha chiuso in casa e messo sulla difensiva. No, lui ha chiamato tutti e messo insieme un gruppo di coraggiosi – e anche fortunati, perché sarà una esperienza fantastica – che settimana prossima partono. 

Giù in garage – che al momento è trasformato in studio di registrazione per la rubrica di interviste Prendo la levo e arrivo – c’è pieno di biciclette, da corsa e anche MTB. Per la Ride avranno una meravigliosa Specialized con motore elettrico che gli invidierò assai. 

Quindi, noi cosa possiamo fare? 

Come lettori del blog, guardare il sito, e scrivere nei commenti, qui o su Facebook un bell’augurio che vada tutto bene. 

Come pazienti Parkinson o familiari, fargli un doppio augurio. Quello che stanno portando in giro è un messaggio di speranza, che condivideranno con le associazioni, sperando di toccare il cuore di tutti.  

Come triathleti andare insieme a loro. 

Come amici e fratelli sostenerlo: associandosi a Parkinson & Sport, dando un contributo, dandogli una mano, partecipando a una tappa, o anche applaudendo il gruppo lungo la strada, alla partenza o all’arrivo. 

La vita è un percorso, e come ho sentito dire una volta, in un aula dell’università, tanti anni fa ma non me lo scordo più, si nasce in parete. Come gli scalatori, si può andare avanti, oppure tornare indietro, l’unica cosa che non si può fare è stare fermi. 

Buon viaggio ragazzi parkinsonauti. Che mentre pedalate siete sani, giovani e bellissimi. 

Gil. 


 

Grazie fratellone per tutto quello che fai per me, ringraziando te voglio ringraziare anche tutta la mia famiglia, papà Francesco, mamma Miriam, l’altro fratello Marco, mia moglie Carolina e Benedetta, il mio “FIORE DI MAGGIO”