Italian Paratriathlon Series. La prima volta di Marco.

Con la nostra partecipazione a questo primo appuntamento IPS abbiamo aperto la strada: il primo passo verso il riconoscimento di una categoria specifica per le persone con la malattia di Parkinson anche in ambito paralimpico.

E’ stato un weekend all’insegna dell’amicizia, dello sport e della forza di volontà, elementi che messi insieme creano magie. La magia questa volta ha sospinto il nostro grande corazziere, ora anche triathleta, Marco Ramelli fino al suo personale traguardo, completare il primo triathlon. Noi del PARKINSONAUTI TEAM siamo fieri di essere suoi compagni di squadra, perché con questa prova Marco completa un ciclo fenomenale. Da giocatore di basket, in poco più di un anno si è trasformato dapprima in runner, partecipando lo scorso anno ad una mezza maratona in staffetta con me, poi in duathleta, ad aprile ha partecipato al suo primo duathlon (5km. corsa – 20km. bicicletta da corsa – 2,5 km. corsa).

Ad Ostia lido ha aggiunto la “Triplice” alla sua carriera di sportivo, senza dimenticare che da quando ha iniziato con gli sport di endurance 10 kg. sono volati via, il tutto a vantaggio del suo benessere.

La mia gara/sfida questa volta era accompagnare Marco, il mio “grande amico dai puntini facili”. E all’arrivo posso dire di averla vinta. È stato emozionante vederlo tagliare il traguardo con il sorriso sulle labbra e le braccia alzate, dopo averlo spronato e supportato per tutta la gara.

Ma il Parkinsonauti Team, la squadra di Parkinson&Sport schierava alla partenza ben 3 atleti, oltre a Marco e al sottoscritto, al nastro di partenza c’era anche Roberto Ripani da Macerata, mister T.&N.T, la punta di diamante, il più veloce del gruppo, il #celamettotutta man, ideatore appunto del gruppo Tremo&NonTemo. Lascio a loro, che sono i veri protagonisti del weekend, il piacere del racconto della fantastica giornata di sport.


La gara di Roberto

Sabato 22 Maggio la pattuglia di Parkinsonauti formata da me, Marco Ramelli, Stefano Ghidotti, Roberto Russo e Antonella Brunacci è già di buon mattino ad Ostia presso il porto turistico di Roma.

Oggi io Marco e Stefano esordiremo in una gara di paratriathlon del circuito IPS – Italian Paratriathlon Series, questo grazie alla collaborazione nata tra Parkinson&Sport e Neal MacLeod della FITRI ( Federazione Italiana Triathlon).

Con la nostra esperienza, vissuta giorno per giorno, vogliamo testimoniare a tutte le persone con la malattia di Parkinson, che lo sport migliora la nostra salute, rallenta il progredire dei sintomi e ci permette di contrastare la depressione, un sintomo subdolo derivante dalla carenza di dopamina, con cui spesso i malati di Parkinson si trovano a convivere.

Facciamo questo in una gara di Paratriathlon distanza sprint, che come per gli age group prevede le tre frazioni: 750 mt. swim, 20 Km. bike e 5 Km. run.

Preparo la zona cambio con tutto l’occorrente e subito mi accorgo di che pasta sono i parathleti, non sono singoli atleti, sono famiglie, gruppi, accompagnatori e guide. Ogni paratriatleta è in se una squadra, a seconda della categoria di appartenenza (noi siamo in PTS5) ha tutta un’attrezzatura specifica per le varie discipline.

Poi inizia la gara, si respira un agonismo sano, siamo in una gara ed ognuno deve dare il suo meglio e nel modo a lui più congeniale.

Due giri tra le boe per la frazione swim, per fortuna dentro al porto perché fuori il mare è impraticabile. Come sempre la frazione swim per me è la più impegnativa, vedo l’amico Marco soffrire un po’ più di me, probabilmente paga il primo utilizzo della muta, la nuova pelle non gli è proprio congeniale, Stefano da buon coach lo scorta e lo sprona.

Esco dall’acqua e via in sella per un multilap di 8 giri, con il vento sempre gagliardo, nel rettilineo a favore di vento si va come missili ma quando siamo controvento è proprio dura, c’è da stare attenti anche nelle curve e sulle rotonde con il vento laterale, la bici sbanda come se fosse in preda alle convulsioni.

Nei vari passaggi è bello sentire i ragazzini che incitano il loro papà mentre sfreccia in bici intano che lo aiutano a tenere il conteggio dei giri per evitargli errori che potrebbero costargli la squalifica.

Otto giri e si rientra in zona cambio, lascio la bici per partire di corsa. Nel frattempo un po’ per il rolling start un po’ per le caratteristiche di categoria, siamo tutti mischiati ed ognuno sta dando il massimo. La cornice del porto turistico è bellissima, il vento impetuoso oggi la fa da padrone, sibila tra gli alberi e le cime delle barche ormeggiate, sembra il canto delle sirene.

Nella frazione di corsa il sole ormai alto fa aumentare la fatica, per fortuna ci aiuta il vento che nel passaggio sul molo esterno schianta le onde sugli scogli alzando spruzzi sopra di noi che ci donano un po’ di refrigerio. Al secondo dei due giri di corsa la fatica si fa sentire, ormai sono in vista dell’arco sulla finish line, che mi da lo slancio per gli ultimi metri e per l’arrivo con le braccia al cielo, che libera tutta la gioia e l’adrenalina.

Vedo l’amico Marco che come me sta soffrendo un po’ il caldo, eccolo insieme a Stefano che lo ha accompagnato, sta per ottenere il suo obiettivo, concludere il primo triathlon. I giudici mi accordano il permesso di poterli affiancare negli ultimi metri e così l’arrivo trionfale è per tutti i malati di Parkinson.

Da soli o in squadra possiamo veramente decidere di fare grandi cose, come superare la paura, l’isolamento, la vergogna, non siamo solo la nostra malattia, certo quella c’è ma siamo sempre noi e possiamo continuare a governare la nostra vita al meglio delle nostre possibiltà come chiunque altro.

Abbiamo finito da un’ora e la fatica è già dimenticata, rimane la grande soddisfazione per avercela fatta. Nel lasciare il campo gara già ti sale la voglia di ripartire, di dimostrare che non vuoi darla vinta a Mr. Park, e vuoi farlo insieme a tutti gli amici che, pur incontrando ostacoli più o meno impegnativi non si fanno fermare, anzi sanno trasformare le difficoltà in punti di forza.

Arrivederci al prossimo appuntamento con il Paratriathlon, io Tremo&NonTemo e come sempre #celamettotutta.


La gara di Marco

Sabato si è realizzato un sogno che fino a poco tempo fa sembrava impensabile. Quando fai parte di una squadra e hai i compagni al tuo fianco, puoi superare te stesso e le tue paure.

All’inizio di maggio Stefano mi ha detto che il 22 al porto di Roma avremmo esordito nella prima gara di paratriathlon della storia del PARKINSONAUTI TEAM. Subito mi sono attivato per trovare una piscina e tornare a nuotare dopo 6 mesi di fermo forzato. Ho fatto un paio di test sulla distanza, mi sentivo pronto e in grado di percorrere i 750 metri della frazione di nuoto.

Era la prima esperienza in una gara, ed anche la prima volta che nuotavo con la muta. Sono partito convinto e forse a un ritmo troppo alto, tant’è che dopo la prima boa mi sono trovato in affanno, in preda a una crisi di respirazione che non mi ha permesso di nuotare a stile libero fino alla fine della frazione.

Solo la mia determinazione e il supporto di Stefano, che è rimasto al mio fianco per tutta la frazione mentre utilizzavo tutti gli stili conosciuti, rana, dorso, marinaio e anche il morto in alcuni momenti, mi hanno permesso di uscire dall’acqua.

Il più è fatto mi dico, ma i 20 km di bici non sono stati una passeggiata, considerando il forte vento, anche qui Stefano, che continua a scortarmi, fa la sua parte incitandomi ripetutamente.

Arriviamo insieme alla zona cambio per lasciare la bicicletta e iniziare la frazione di 5 km di corsa, è il momento di stringere i denti a dare tutto. Il percorso si snoda sulla diga foranea del porto turistico di Roma, le onde, causate dal forte vento che si abbattono sui frangiflutti, ogni tanto creano una doccia rinfrescante e suggestiva che ci colpisce e ci fa sentire ancora più felici.

Percorriamo insieme con grande emozione gli ultimi 2 km, mentre si aggiunge a noi anche Roberto Ripani il terzo atleta della pattuglia del TEAM dei PARKINSONAUTI che, completata la sua gara, ci ha aspettato per tagliare insieme il traguardo a braccia alte e con un grande sorriso sulle labbra nonostante la fatica.

Sono orgoglioso di me, e voglio ringraziare Stefano Ghidotti che mi ha aiutato a realizzare questo sogno: un po’ con la carota ed a volte anche col bastone, metaforicamente parlando, è riuscito a farmi nuotare, pedalare e correre e stare zitto per risparmiare fiato. Senza di lui, i suoi consigli, il suo esempio, la sua fiducia, non ce l’avrei fatta.

Un grosso grazie va anche a Roberto Russo, sempre presente ad incitarci e aiutarci, al forte veloce e simpatico Roberto Ripani e alla generosa ed entusiasta Antonella Brunacci eletta a mia assistente personale alle gare.

Ho nascosto a tutti le lacrime di gioia e l’emozione che ho provato subito dopo l’arrivo, generati anche da quel calo di tensione che provi quando capisci di aver realizzato un sogno.

Un’attimo di debolezza durato poco perchè subito la mente è andata al DEEJAYTRI fra due settimane a Milano, dove voglio fare molto meglio, perché il sogno ora è realtà.

Come sempre “NON CI FERMERAI”


La spedizione di Roma è stato un successo, quando ci muoviamo in gruppo torniamo come ragazzi in vacanza. Due giorni divertenti e molto intensi, 15 ore sulla PARKINSONAUTO, in cui io e Marco ci siamo disputati la guida a colpi di “mi sembri stanco, vuoi che guidi io”. Cena in compagnia con tanto di Passerina – non fantasticare, si tratta di vino – la notte passata tutti insieme, bici comprese, in un grande appartamento del Lido di Ostia.

Stai ancora facendo pensieri strani? Eravamo tutti insieme si ma c’erano una serie infinita di camere, con tanto di arredamento vetusto e antico arricchito da vetrinette e cassetti pieni di vecchi oggetti abbandonati. Il tutto al 5° piano con un sistema automatico di apertura e chiusura delle porte e del cancello, che la prossima volta ci facciamo accompagnare da un fabbro o da Diabolik, insomma ci siamo divertiti facendo ciò che ci piace e ci fa stare bene, lo sport.

Ci saranno tante altre occasioni quest’anno, il calendario gare del PARKINSONAUTI TEAM è ricco di impegni.

Si riparte il 5-6 giugno dall’Idroscalo di Milano, per il weekend di triathtlon targato Radio Deejay. Saremo tutti li, con il nostro gazebo di accoglienza proprio nel centro della festa, il Deejay Village, di nuovo 3 atleti in gara in un triathlon sprint la domenica mattina, ti aspettiamo a fare il tifo.

Poi a fine giugno, dal 20 al 27 la “Bike riding for Parkinson Italy 2021” 23 Parkinsonauti in bicicletta da Torino a Venezia, in una settimana che di nuovo farà la storia della nostra Associazione.

È siccome abbiamo il Parkinson e di conseguenza fatichiamo a stare fermi, la novità dell’ultima ora è la partecipazione del PARKINSONAUTI TEAM al Triathlon di Crema del 17 luglio. Con la collaborazione dell’Associazione la Tartaruga di Crema e di Annalaura Maurin di Rock Steady Boxing Crema Gerundo, saremo presenti con il nostro gazebo di accoglienza. Inoltre in quella data è previsto l’esordio nel Triathlon di altri due PARKINSONAUTI determinati e coraggiosi, che come sempre a tutta voce affermano “NON CI FERMERAI”