Dopo il buio, non ero più solo.

di Francesco Lasorella

Un giorno, come per magia, aprendo Facebook mi appare un post di una persona che, nonostante il Parkinson, racconta di una gara di triathlon a cui ha partecipato con altri amici con la stessa malattia. 

Se la mia memoria non mi inganna era Febbraio, il racconto, che ha subito attirato la mia attenzione, era di Marco Ramelli, un fiorentino che si autodefiniva “Parkinsonauta”.

Ma chi sono i Parkinsonauti? Chi è questo grande uomo che con il Parkinson fa triathlon? Cos’è Parkinson&Sport? Mentre mi facevo queste domande, dentro di me una vocina diceva: “ Ecco Francesco, questo potrebbe essere  quello che stavi cercando“

Quando cominciò tutto

Quando ho ricevuto la diagnosi che affermava che ero malato di Parkinson, ho vissuto un periodo veramente molto buio. Mi sono completamente abbattuto, cadendo in una depressione profonda, che non mi ha permesso di alzarmi dal divano per quasi 2 anni. 

Ero veramente perso, non volevo più uscire, tantomeno vedere ne sentire nessuno. Il telefono squillava, ma io non rispondevo. Nello stesso periodo anche mia moglie si ammalò seriamente, trovandosi a dover affrontare terapie molto pesanti. 

La vita mi stava sottoponendo ad un ulteriore prova, anche più dura e spaventosa della prima, ma che, invece di piegarmi, mi fece reagire. C’era bisogno di me, e cosi, anche grazie all’aiuto dei miei figli, mi impegnai per tornare ad essere il padre e capofamiglia che in quei difficili mesi si era perso.

Alla ricerca di risposte

Mentre con determinazione e coraggio, riprendevo in mano la mia vita, le cose cominciavano ad andare meglio. Mia moglie rispondeva bene alle cure, e oggi a distanza di 4 anni, grazie a Dio sta andando tutto bene.

Una volta ritrovato un buon equilibrio psicofisico, ho iniziato a cercare delle soluzioni per rallentare al massimo lo sviluppo della malattia. La risposta era, oltre ad una buona terapia farmacologica, praticare molto sport, come leggevo anche in 2 articoli su questo blog dal titolo: COME L’ATTIVITÀ FISICA COSTRUISCE IL NOSTRO BENESSERE, DAI MUSCOLI AL CERVELLO 1° e 2° parte

Ho sempre lavorato molto, e lo sport non è mai stato tra le mie passioni principali, ma spinto da questa necessita ho deciso di modificare le mie abitudini. 

La voglia di vivere

Ho iniziato con qualche giro in bici, poi giorno dopo giorno, km dopo km sono diventato bravo, e adesso, ogni mattina non vedo l’ora di salire in bicicletta.

La mia voglia di vivere, la ricerca di un nuovo benessere, e aver letto quel post quel giorno, hanno cambiato la mia vita. Per la prima volta dopo tanto tempo sentivo di non essere solo.

Marco, Stefano e il Team

Dopo aver conosciuto Marco Ramelli grazie ai vituperati ma anche preziosissimi  social, sono entrato in contatto con Stefano Ghidotti, fondatore e presidente dell’Associazione e con tutti gli altri amici del PARKINSONAUTI TEAM.

Ora Marco è un amico, con lui ho partecipato alla “Bike riding for Parkinson Italy 2022” e ad altre manifestazioni ciclistiche. Parkinson&Sport è diventata la mia seconda famiglia e anch’io sono orgoglioso di chiamarmi Parkinsonauta.

Prima della Bike avevo partecipato ad un altra giornata in bicicletta con i Parkinsonauti. Da subito avevo percepito un energia fantastica, che mi faceva ben sperare per l’esperienza che avevo deciso di condividere con questi nuovi “amici particolari”.

5 giorni per sorridere e piangere

Oggi posso dire che quello che ho vissuto in quei 5 giorni e stato qualcosa di assolutamente diverso e inaspettato. 

Ho provato sensazioni incredibili, ho sudato e faticato, ho sorriso e pianto di gioia. Ogni momento e stato davvero bellissimo e toccante, come non avrei mai immaginato.

C’è un momento, che ancora oggi rivivo con grande emozione, che vi voglio raccontare. Un esperienza che ha acceso una luce nuova, che, d’ora in poi, continuerà ad illuminare il mio cammino.

Il falò sotto le stelle

Eravamo nella campagna del Canavese, in un bellissimo agriturismo tutto per noi, un vecchio mulino con un grande giardino. Durante la cena Stefano, che quella sera ha fatto il il suo lavoro da Coach, ci ha accompagnato in un percorso fino a farci riconoscere e scrivere su un pezzo di carta, una nostra paura che volevamo lasciar andare.

Alla fine della cena, a sorpresa e con la complicità del titolare del posto, Stefano, aveva preparato, in un grande braciere nel giardino sotto le stelle, un falò acceso.

Ci siamo messi in circolo, mano nella mano, intorno al calore del fuoco e uniti dal calore dei nostri cuori. Uno alla volta, ognuno di noi avvicinandosi al braciere, con un gesto metaforico, ha gettato nel fuoco il pezzo di carta insieme alla paura che voleva lasciare andare.

Paura del futuro

Quella sera, grazie a quel momento in cui ho sentito di avere vicino a me tutti i Parkinsonauti, mi sono liberato delle mia paura per il futuro. Da tempo nutrivo pensieri che mi perseguitavano, non dormivo più e le mie notti erano interminabili . 

Adesso, dopo quella notte, non ho più paura. Vivo la mia giornata in pace con gratitudine per quello che la vita mi offre. In quel viaggio, ho visto persone con molti più anni di malattia di me, non mollare neanche un metro, per me è stata un grande lezione di vita. 

Ho grande stima e ammirazione per ognuno di loro, li ringrazio per ciò che mi hanno trasmesso, non vedo l’ora di rivivere altri esperienze insieme, ogni giorno ho un pensiero per loro e mi mancano tutti terribilmente.

Sono tornato a casa con una consapevolezza nuova, sono un altruista, ho aiutato qualcuno e qualcuno ha aiutato me. Tutto quello che ho vissuto, ha generato in me una sensazione di benessere interiore e spirituale.  

Orgoglioso di essere PARKINSONAUTA, Grazie a tutti e alla prossima.