Una settimana in bicicletta, vent’anni di Parkinson.

di Fulvio Pasotti

Mi chiamo Fulvio Pasotti, quest’anno ho deciso di partecipare alla “Bike riding for Parkinson Italy” con l’idea di misurare le mie capacità sportive.

L’ho fatto, dopo essermi affidato per oltre 6 mesi, alla professionalità di Alberto Schivardi di AS2O, ANIMA SPORTIVA ALLO STATO PURO, che ha studiato per me un programma di allenamento per preparami adeguatamente.

UNA FARMACIA TUTTA NOSTRA

Conoscevo già alcuni dei partecipanti, veri sportivi, che non si tirano indietro, anche se convivono con la malattia di Parkinson.

Tra di loro ho trovato persone come me, che pedalavano solo per diletto anche prima della malattia, perchè il movimento è importante sempre e per tutti.  Ed altre, che hanno scelto di fare sport dopo la diagnosi, proprio perchè questo li aiuta ad affrontarla al meglio.

Mi ha sorpreso la volontà di ognuno di non mollare, mai, nemmeno davanti alle difficoltà. Li ho visti rialzarsi dopo le cadute, stringere i denti e trovare la forza di reagire anche nei momenti difficili, quelli in cui i farmaci avevano finito il loro effetto.

In quei momenti, possiamo accedere alla nostra farmacia personale sempre aperta, a km zero, costo zero e senza effetti collaterali, la dopamina che il corpo produce durante l’esercizio fisico.

LE CHIAMERÒ…EMOZIONI

Il momento più bello, è stata la discesa dal Passo del Gran San Bernardo.

Eravamo in una splendida giornata di sole, sotto un cielo azzurro che dipingeva i profili delle montagne, col vento freddo in faccia, un serpentone di ciclisti che sfilava sui tornanti della lunga ardita discesa, ognuno teso, ognuno con le sue paure, tutti concentrati sull’asfalto e sulla strada.

Ricordo la tensione dipinta sulle nostre facce, sensazioni ed immagini che conserverò con cura nel cassetto dei ricordi preziosi.

Il luogo della mente dove vado a recuperarle per trasformarle in energia, quando sono stanco e penso di non farcela, quando mi assalgono tristezza e paura, quando l’unica cura che funziona è sentirmi vivo dentro.

Il momento più emozionante è stato quando siamo saliti tutti sul palco nella scuola di Gambolò davanti agli studenti delle medie. Ho visto in loro il nostro futuro, mi ha colpito l’attenzione e la curiosità di questi adolescenti, verso questi strani adulti in tutina.

Stefano è stato capace di mantenere alta l’attenzione, veicolando concetti importanti e scherzando con loro su argomenti non sempre facili.

In quel momento l’emozione mi ha preso la gola e non sono riuscito a dire nulla.

Gambe, Cuore e

La sensazione di forza che il gruppo mi ha trasmesso, è stata, con la batteria della mia fidata Gravel della Bianchi, l‘energia supplementare dove attingere per far girare le mie gambe,  perchè assistita o no bisognava pedalare per arrivare.

Eravamo tutti, indistintamente, ora forti e ora deboli, ora bloccati e ora no. Tutti determinati a non arrendersi alla condizione di malati.

Un grazie grande

A tutti coloro che hanno lavorato per organizzare l’evento e a chi ci ha supportato con la logistica.

Ad Angelo e Giorgio, che ci hanno assistito dai mezzi durante la corsa.

All’immancabile Max Guzzi, dovunque ci fosse bisogno, lui c’era.

A Piermarco che ci ha fatto trovare ristoro, con frutta e acqua fresca nelle pause.

A Barbara per le premure e i risvegli gentili ma decisi.

A Jay per la capacità di cogliere le nostre emozioni e fermarle in immagini.

Gente abituata a soffrire senza lamentarsi e affrontare le sfide di tutti i giorni.

Un grande gruppo di amici con un grande cuore, che mi hanno fatto sentire compreso e aiutato.