Giorno 1 al Deejay Tri, scopri com’è andata nel mio racconto!

 

Sono passati 10 giorni, per vari impegni mi trovo solo oggi a scrivere il racconto delle due giornate vissute all’idroscalo, il 19 e il 20 maggio al Deejay Tri. Forse uno dei motivi per cui ancora non l’ho scritto è perché volevo tenere dentro di me questo prezioso ricordo, raccontarlo mi dava quasi l’idea di disperderlo. Ora però l’ho coccolato e rivissuto talmente tante volte attraverso le foto i video che ho deciso di condividerlo.

Il momento, che aspettavo da quattro mesi, era arrivato. Tutta la settimana era stato un susseguirsi di novità entusiasmanti, come ho scritto in questo articolo. Tra giovedì e venerdì corro in giro come un pazzo per ritirare, dai vari “compagni di viaggio” che ringrazio tutti di cuore, il gazebo da elleerre, palloncini, pompa e bombola elio e attrezzature varie per approntare quello che nella mia testa era il campo base della spedizione, da Dama il body, da Remo e Lucia Sport la muta, la bicicletta appena messa a punto da Cycle Classic e le magliette da distribuire agli amici

Venerdì sera mi serve per riordinare le idee insieme a Marco Lorenzi, il mio onnipresente braccio sinistro: sì, proprio braccio sinistro, quello che a volte risponde meno ai miei comandi! Per il suo lavoro e per essermi vicino sempre lo ringrazio sentitamente.

Ok, la macchina è carica, gli orari stabiliti, tutto è pronto e tra me e il giorno fatidico c’è solo una notte. Che per me, ansioso di natura ed entusiasta come un bambino la notte di Santa Lucia, più che di riposo sa di insonnia.

La sveglia non serve, colazione e via si parte. Il tempo è buono, arrivo all’idroscalo tra primi e riesco a raggiungere con la macchina la zona dove posizionerò il gazebo, ringrazio L’organizzazione  TrioEvents nella persona di Max Rovatti che  mia invitato e mi ha permesso di montarlo. Il village si sta svegliando, con musica di sottofondo gli addetti montano a ritmo di record le transenne del percorso, gli stand dell’expo e il palco mentre i primi atleti stanno arrivando.

Incontro subito l’amico ‘Daddo’ Nardone, un bell’abbraccio e siamo pronti per iniziare! Marco arriverà più tardi, sarà la seconda macchina della spedizione, le telefonate tra me e lui si susseguono per recuperare cose che non avevo immaginato servissero, come la riduzione da 380 volt a 220 una cordina, il taglierino, ecc.

Mi metto di buzzo buono e attacco a lavorare per montare il gazebo.

Alle 11 ho già fame e mi faccio un bel panino con hamburger dai simpatici ragazzi dello stand Endorphin, si faranno due giorni affumicati in mezzo a una massa di pazzi del triathlon, in totale circa 4000 atleti di tutte le età a partire dai bambini di 4 anni.

Marco è disperso tra i vari negozi,  arriva poco prima che le strade  vengano chiuse per l’avvicinarsi dell’ora di partenza della prima gara del programma, l’olimpico. 1500 m. di nuoto, 40 km. in bicicletta e 10 km. di corsa. Deve scaricare sedie, tavolini e varie suppellettili e poi ripartire per gli ultimi acquisti, al suo ritorno dovrà parcheggiare un po distante e farsi mugugnando una bella passeggiata sul suo ginocchio in via di guarigione.

Sistemiamo le ultime cose, finalmente lo stand è completato, la nostra casetta dei giochi è pronta, facciamo tutto insieme e poi ci godiamo la gara, che vede contendersi il comando nei vari passaggi atleti di fama internazionale.

Alla fine il podio è composto da tre atleti italiani:

1′ Valerio Patanè 1.53

2′ Dario Chitti a 18 secondi

3′ Nicolò strada a 43 secondi                                                                                                    Solo, si fa per dire, quarto il grande Daniel Fontana, atleta italo-argentino che ha rappresentato più volte l’Italia al mondiale Ironman di Kona alle Hawaii e che aveva vinto non più di un mese fa il triathlon olimpico che si è svolto sempre all’Idroscalo ma sulla sponda opposta.

All’orizzonte si addensano nuvoloni minacciosi, Marco fugge per paura di prendere l’acqua, io presidio ancora per un paio d’ore il gazebo.

Un breve acquazzone, e la giornata finisce fra mamme con passeggini e atleti che mangiano la pasta rifugiandosi da noi,  portando racconti e allegria.

Sono stanco e felice, rimetto in ordine come se fossi a casa, creo una catasta a coprire ciò che lascerò sul posto, abbasso il gazebo, non prima di aver ritirato e controllato il pacco gara, e torno a casa. Mi aspetta la cena pre-gara e una fase importante, l’organizzazione di ciò che serve per la mia gara domani. E speriamo un bel sonno ristoratore.

Perchè il giorno dopo, correre il triathlon toccherà a me. Ma questo ve lo racconto domani.