IL LEONE HA RITROVATO LA SUA FIEREZZA.

La storia che oggi voglio raccontarvi è quella che umanamente, quest’anno, ha fatto la differenza. Nella sua semplicità mi ha fatto capire, attraverso gli occhi di questo leone ferito e della sua splendida famiglia, che devo mettere ancora più forza in ciò che sto facendo, dare continuità alla mia iniziativa. L’Associazione Parkinson&Sport è stata avviata proprio per questo, per aumentare la diffusione del mio messaggio, creare una rete e raggiungere più persone motivate a ritrovare attraverso il movimento il loro benessere e la gioia di vivere. 

Rachele Bivona, chirurgo otorinolaringoiatra all’ospedale maggiore a Bergamo, racconta di suo padre, di come il Parkinson l’ha colpito, e di come ha rialzato la testa.                Grazie un po’ anche a noi.

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Mi chiamo Rachele, e vorrei raccontare di come Stefano ci ha investiti con il suo buonumore e ci ha cambiato la vita.

Era il 2010 e mi preparavo ad affrontare forse una delle avventure più significative della mia vita: la mia laurea! Mio padre in quel periodo era proprietario di uno dei più grandi ristoranti della Sicilia occidentale, grande in tutti i sensi, grande come una foresta, grande come lui che la dominava come un leone. Chi l’ha conosciuto in quel periodo sa bene a che genere di leone mi riferisca, forte, instancabile, fiero ed entusiasta. Si preparava a organizzare la festa per la mia laurea nella terrazza sul mare del suo ristorante, e mentre lo guardavo orgogliosa come sono sempre stata ho notato che i suoi movimenti erano strani, non muoveva il braccio sinistro durante la deambulazione.

Così è iniziata la nostra “storia” con Mr Parkinson, con una figlia appena laureata in medicina che non si è arresa a chi ci diceva che fosse solo una convinzione da “neomedico” e un leone papà che si è fidato e affidato a sua figlia. La diagnosi non è mai facile da accettare, io e lui eravamo insieme quando ce l’hanno confermato e mi ricordo ancora la tristezza nei suoi occhi che mi fissavano in cerca di chissà quale risposta diversa dalla realtà. Nonostante la malattia, il leone è rimasto nella foresta e ha continuato a lottare ogni giorno, ma Mr. Parky lo avrebbe cambiato inevitabilmente.

Come capita a tanti ragazzi del sud soprattutto, la vita con le sue fantasie mi ha portata ad andar via da casa mia e dal mio leone per trovare la mia strada. In Lombardia ho trovato anche il grande amore, il mio amato Fabio che mi sa stare accanto come solo nelle favole si legge, così ho deciso di cambiarla davvero la mia vita, ho preso il mio mare, il mio sole, la mia terra e li ho messi nel cuore e ho portato con me il mio papà leone (e la mamma naturalmente) che negli ultimi otto anni si è chiuso sempre di più nei suoi silenzi. Ho fatto tanti tentativi per tirarlo su, ma mi chiedeva di capire che non era più il leone di prima e dovevo accettarlo. Io però non volevo rassegnarmi, è troppo giovane per vestirsi da vecchietto tremante! Ecco che per caso finisco a leggere l’articolo di questo super uomo con il Parkinson abbracciato alle sue due donne (anche lui con moglie e una figlia femmina, ironia della sorte) che nonostante la diagnosi affermava sicuro che la vita non finisce di certo lì.

Tramite Facebook ci siamo messi in contatto, abbiamo parlato al telefono e ho capito che lui di certo poteva fare qualcosa per noi. Così gli ho chiesto aiuto, perché lui parla la stessa lingua del mio leone pigro che di certo avrebbe capito stavolta. Abbiamo organizzato un incontro: lui, io, Marco Salvi presidente della sezione bergamasca dell’Aip – anche lui un grande uomo con il Parkinson che ha un ruolo essenziale nella nostra storia – e il mio amato leone papà. Quell’incontro ha cambiato le cose. Grazie a Stefano e alla sua infinita allegria e al suo buonumore contagioso ho visto di nuovo mio padre sorridere e pensare che la vita non è finita.

Adesso sta iniziando la fisioterapia per riabilitarsi al meglio ma ciò che mi ha colpita è ben altro. Il giorno dopo l’incontro con Stefano il mio leone ha indossato la t-shirt con la scritta  motivazionale NON CI FERMERAI! dell’Associazione fondata da lui, Parkinson&Sport,  e correndo in casa ha detto sorridendo a me e mia mamma che era pronto per la sua nuova avventura con i suoi nuovi colleghi. Dopo anni di poltrona e TV per la prima volta abbiamo visto di nuovo il nostro leone sorridere. Adesso il suo scopo è mettersi in forma per poter andare in bicicletta con Stefano e seguirlo nelle sue avventure.

Non so come andrà ma so di certo che Stefano ci ha regalato la speranza di una vita nuova, ha regalato a me la speranza di vedere di nuovo il mio leone correre e sorridere fiero come lo era in quella grande terrazza mentre organizzava la festa per la sua adorata figlia. Credo che il Parkinson come tante altre malattie sia ancora un tabù, lui non voleva dire a nessuno di essere malato, quasi fosse una vergogna, quasi fosse una colpa. Adesso indossa fiero la sua maglietta e non teme più i commenti o i pregiudizi. Credo sia importante quello che Stefano sta facendo con il suo blog, sensibilizzare la gente e donare speranza, per tutto questo e per la sua amicizia non potrò mai dirgli grazie abbastanza.

Grazie Stefano, ti voglio bene, meraviglioso essere umano.

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